GROTTE DI CATULLO

Grotte di Catullo Sirmione

Digitare come indirizzo “Piazzale Orti Manara, 4, Sirmione” e ritrovarsi in uno dei posti più suggestivi del lago di Garda: la punta della penisola di Sirmione e le sue incantevoli “Grotte di Catullo”. 

Come arrivare quindi a destinazione? Parcheggiare la macchina nel parcheggio antistante il Ponte Levatoio che delimita l’ingresso nella Penisola di Sirmione, area rigorosamente pedonale. Dal centro storico, bisogna percorrere la penisola di Sirmione a piedi, circa 15 minuti con andatura turistica, in tutta la sua lunghezza; una sottile striscia di terra saldamente ancorata alla roccia. Rocce dalle morbide tonalità del rosa, del giallo e del bianco, a cui fa da cornice il verde smeraldo dell’acqua dai bassi fondali. Secondo alcuni la forma allungata sarebbe proprio all’origine del suo nome, dal greco “syrma” che significa coda. Maria Callas, la celebre regina della lirica che qui abitò, immaginava invece che Sirmione fosse un trampolino da cui tuffarsi nel lago.

SPECIALE GITA IN BARCA SOTTO LE GROTTE

Solo su prenotazione al 3395971144
Tour di 1 ora euro 20 a persona – bambino sotto 10 anni 8 euro

Il giro turistico della penisola di Sirmione permette di ammirare le suggestive rovine della più imponente villa romana del nord d’Italia, detta “Grotte di Catullo”; di farvi apprezzare la vista dal lago del nuovo centro termale Acquaria; di scorgere la famosa e antichissima sorgente termale Boiola, nota per gli effetti benefici derivanti dall’immersione nelle sue acque calde e di ammirare, infine, il Castello Scaligero, raro esempio di fortificazione lacustre, che da accesso al centro storico ed è uno dei castelli meglio conservati d’Italia.

INDICAZIONI

Spostandovi verso le Grotte di Catullo non fatevi distrarre dalle mille tentazioni che troverete lungo il percorso: attraversate le strette e caratteristiche vie che caratterizzano Sirmione, seguire le indicazioni Grotte di Catullo, passo dopo passo il vociare della folla si attenua e si inizia a salire su una dolce collina, una delle tre presenti nel borgo. Tre colline racchiuse in una magica forma triangolare, caratterizzate da oleandri variopinti, ulivi, mirto e rosmarino.

Sono i versi del carme XXXI, incisi nella pietra, che confermano di essere sulla strada giusta. È proprio il poeta Catullo che guida i visitatori con le sue immortali parole:

“Salve! O mia bella Sirmione, perla e regina delle ville che lago o mare abbia mai baciato colla carezza delle sue onde! Oh, con qual gioia oggi ti rivedo …. Oh, me beato, che a te ritorno come torna il pellegrino alla sua casa desiderata. E, pieno l’animo ancora delle emozioni provate, godo di riposare le stanche membra…”.

L’entrata alle Grotte di Catullo si trova proprio innanzi a Voi: sono le rovine della villa romana più grande del Nord Italia, non delle vere grotte quindi, ma uno dei siti archeologici più importanti giunti fino a noi.

TRENINO PER LE GROTTE DI CATULLO

È divertente, piace a grandi e piccini, è silenzioso e costa 1,20 euro a tratta.

Per chi volesse “accorciare” la passeggiata verso le Grotte di Catullo, far felici bambini e nonni, nella bella stagione è in funzione un simpatico trenino/navetta con capolinea alle Terme di Catullo.

ORARI APERTURA E PREZZI D’INGRESSO GROTTE DI CATULLO

L’entrata alle Grotte è gratuita la prima domenica del mese, gli altri giorni costa 8 euro.

Biglietto Ingresso Ridotto: dai 18 ai 25 anni, gratis per i minori di 18 anni.

Il giorno di chiusura è il Martedì, ma in piena estate sono sempre aperte, con orario ridotto il martedì.

CONSIGLI PER FAMIGLIE CON BAMBINI IN VISITA ALLE GROTTE DI CATULLO

Pensando alla definizione di “grotte” potreste decidere di coprirvi adeguatamente, ma non serve. Non preoccupatevi di avere l’abbigliamento corretto. Non servono scarponi, torce o giacche impermeabili per visitare le Grotte di Catullo. Servono invece, in estate, una crema protettiva, un cappello e degli occhiali per ripararsi dal sole cocente non essendoci zone d’ombra. Avere sempre con voi acqua per i vostri bambini.

Il nome del luogo può evocare antri oscuri con stalattiti e stalagmiti, ma non è assolutamente così!

QUANDO VISITARE LE GROTTE DI CATULLO

Ogni stagione presenta il suo fascino: quando e come visitare le Grotte?

  1. In primavera, i canneti intorno alla penisola brulicano di vita e nidiate di anatroccoli, cigni, svassi e folaghe si cimentano con i primi voli e tuffi. La temperatura è mite e gradevole. Spensierati studenti di ogni età vengono a Sirmione per toccare la storia con mano.
  2. In estate, la grande bouganville in centro al borgo si veste di un viola prorompente. Una folla di turisti festante e multicolore anima la vita dei vicoli, occupa tavolini di caffè e gelaterie, sfreccia in motoscafo in cerca di refrigerio. Le Grotte di Catullo si ergono maestose alla luce del sole mentre, poco distante, i vacanzieri si tuffano dalla “Giamaica”. Il livello del lago si abbassa progressivamente mettendo a nudo le rocce e il profilo della penisola si tinge di rosa.
  3. In autunno, con le sue brume, regala sensazioni di infinito e di tempo sospeso. Le temperature sono ancora miti tra settembre e ottobre e dalla penisola, quasi uno spartiacque tra oriente e occidente, si godono spettacolari albe e magici tramonti. L’acqua sommerge nuovamente le rocce, ora visibili in trasparenza. Visitatori sopratutto residenti del lago di Garda.
  4. In inverno è invece silenzioso, le calli sono deserte, qua e là vengono apportate migliorie per la stagione successiva. L’aria è cristallina e dalle Grotte la vista spazia fino a Riva del Garda; il monte Baldo è sospeso nel blu, tra cielo e acqua, con la cima innevata. Natale e Capodanno con tanti turisti stranieri.

    IN BARCA SOTTO LE GROTTE DI CATULLO

    “C’è un luogo di rara bellezza sul lago di Garda che si nasconde ai passanti e si rivela ai naviganti. Stiamo parlando delle Grotte di Catullo che si trovano a Sirmione, in uno dei punti più suggestivi e proprio in mezzo al lago più grande d’Italia”

    Affascinante modo per vedere le Grotte di Catullo è a bordo di un comodo motoscafo.

    Si costeggia la penisola per ammirarle dal lago, così come facevano gli antichi viaggiatori. Le rovine più imponenti si trovano infatti sulla punta estrema e sono sempre state visibili, tanto da farne delineare il profilo su un’antica carta geografica ora conservata a Venezia. Si prosegue navigando sopra la sorgente termale “Boiola” e si rientra al pittoresco porticciolo passando sotto il ponte levatoio della scenografica Rocca Scaligera. Se sarete in compagnia, il prezzo per il motoscafo sarà più che ragionevole.

STORIA DELLE GROTTE DI CATULLO

Facciamo un tuffo nel passato, nei fasti della Roma imperiale, al tempo di Ottaviano Augusto, oppure, se vien più facile, all’epoca della nascita di Cristo. È a quegli anni che risale, infatti, la costruzione di quella che oggi definiremmo una “villa megagalattica”: 167 metri di lunghezza per 105 di larghezza, 3 piani, un settore termale completo di calidarium, tepidarium, frigidarium. In pratica un’esclusiva beauty farm, un pontile con attracco privato, una vista mozzafiato sul Lago di Garda e sulle incantevoli alture che lo incorniciano: dalle Prealpi alle colline moreniche.

ORIGINE DEL NOME DELLE GROTTE DI CATULLO

L’utilizzo della parola “Grotte” per identificare le antiche ville romane è una consuetudine che risale alla fine del ‘400, quando a Roma si iniziarono a riportare alla luce i resti delle case patrizie abitate più di mille anni prima, tra cui la Domus Aurea di Nerone.

Dove si trovavano queste fastose dimoreEsattamente sottoterra, sotto uno strato di vegetazione e di terra, accumulatasi per tutta una serie di eventi. Vi si penetrava come in cavità naturali, in grotte appunto. Da qui il nome “Grotte” che si utilizza ancora oggi.

Si racconta che quando un giovane romano cadde accidentalmente in una fessura sul versante del Colle Oppio alla fine del XV secolo, si ritrovò in una strana grotta, piena di figure dipinte. Ecco svelata anche l’origine del termine “grottesche”: dipinti che stavano sulle pareti delle “grotte”. La terra aveva però salvato ville e dipinti dall’incuria e dalla polvere del tempo. Ancora oggi gli archeologi scelgono di ricoprire nuovamente di terra talune zone già scavate e indagate per conservarle integre il più a lungo possibile.

LA RESIDENZA DEL POETA CATULLO GAIO VALERIO

Ad essere sinceri, Catullo non può aver soggiornato in questa bellissima dimora. Probabilmente questa cosa vi stupirà molto.

Catullo nasce nell’87 a.C. e muore nel 54 a.C. all’età di 33 anni, la villa viene costruita a cavallo del millennio, tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C. quindi Catullo non può aver abitato in questa casa.

Un’ipotesi è che il poeta e la sua famiglia abbiano vissuto qui in una villa precedente di dimensioni più ridotte, ma sempre con questa impagabile vista sul Lago di Garda.

LA TRIFORA DEL PARADISO ALLE GROTTE DI CATULLO

I vari ambienti della villa, attuali Grotte di Catullo, conservano nomi particolari e di fantasia. Ad esempio, ci sono un’Aula dei Giganti e un Criptoportico, nomi attribuiti dal conte veronese Girolamo Orti Manara che iniziò gli scavi nell’Ottocento. Molti dovevano essere gli amici dello sconosciuto, ma facoltoso proprietario, se servivano una quindicina di cubicula (camere da letto) per i suoi ospiti.

Non è possibile descrivere completamente a parole la grandiosità delle Grotte di Catullo.

Bisogna viverle, percorrerle, salirne e scenderne le scale, perdersi nel labirinto degli innumerevoli ambienti, affacciarsi su tre lati per ammirare il blu delle acque profonde e il verde argenteo degli ulivi.

GUIDA ALLE GROTTE DI CATULLO: COSA VEDERE

LA VILLA ROMANA GROTTE DI CATULLO SIRMIONE

Dal Rinascimento le strutture sono state chiamate “Grotte di Catullo” a indicare i vani crollati, coperti dalla vegetazione, entro i quali si poteva entrare come in cavità naturali.
Il riferimento a Catullo deriva dai versi del poeta latino di origine veronese, morto nel 54 a.C., che canta Sirmione, gioiello tra tutte le isole e penisole dei mari e dei laghi.

I primi scavi con finalità scientifiche del sito risalgono alla metà dell’Ottocento ma, solo dopo l’acquisizione pubblica dell’area fra il 1947 e il 1949, vennero eseguite ampie ricerche che portarono alla pubblicazione (1956) di una prima guida del complesso, correttamente interpretato come sontuosa villa romana.
Le indagini più recenti hanno permesso di precisare la cronologia della villa, costruita in età augustea (ultimi decenni del I secolo a.C.- inizi I secolo d.C) ed abbandonata nel corso del III secolo d.C., confermando che la costruzione attualmente in luce fu realizzata con un progetto unitario che ne definì l’orientamento e la distribuzione spaziale, secondo precisi criteri di assialità e simmetria.
Un sondaggio nel settore meridionale della villa ha infine accertato l’esistenza di alcuni vani pertinenti ad un edificio antecedente la grande villa, intenzionalmente abbandonato e demolito a livello delle fondazioni al momento della nuova costruzione.

La villa che possiamo oggi visitare copre un’area complessiva di circa due ettari. Ha pianta di forma rettangolare (m 167 x 105) con due avancorpi sui lati brevi e si sviluppa su tre piani, di cui l’inferiore realizzato attraverso ingenti sbancamenti del sottosuolo roccioso e con possenti sostruzioni.
L’ingresso principale era a sud, verso la terraferma, e dava accesso al piano superiore residenziale e dotato anche di un settore termale. Allo stesso livello, lungo i lati lunghi, si sviluppavano, affiancati, loggiati e terrazze scoperte fino al belvedere proteso sull’acqua. Il settore centrale della residenza era invece occupato da un grande spazio aperto rettangolare di circa 4000 mq. Qui era il giardino, circondato sui lati da un porticato e suddiviso internamente da vialetti ed aiuole. Pitture parietali ci restituiscono l’immagine di simili aree a verde, mantenute ben curate e con vegetazione rigogliosa.
Un sistema di rampe e di scale consentiva di scendere ai piani inferiori, per lo più destinati ad ambienti di servizio, e di accedere alla spiaggia sulla punta della penisola.
Il lato lungo occidentale del piano intermedio è occupano dal grande criptoportico, in larga parte ricavato scavando il banco roccioso naturale, che consentiva ai proprietari della villa di passeggiare anche nelle giornate di cattivo tempo o evitando la calura estiva.

Dopo l’abbandono dell’edificio nel III secolo d.C., il sito ormai in rovina, in virtù della sua collocazione strategica e del suo ruolo di punto di controllo visivo di gran parte del Lago di Garda, fu inserito nella struttura difensiva che circondò la penisola (fine IV-inizi V secolo d.C.). A partire da questa stessa epoca le rovine della villa accolsero una necropoli.

IL POETA CATULLO E LA SUA SIRMIONE

Il Carme 31 di Catullo (84-54 a.C.) ricorda il felice ritorno del poeta alla sua casa in Sirmione. Il passo, che attesta la presenza di una proprietà della ricca famiglia veronese dei Valerii nella penisola, è stato messo in relazione con gli imponenti resti della villa fin dal XV secolo, tanto che la denominazione “Grotte di Catullo” è divenuta di uso comune per indicarla nonostante sia stata sicuramente costruita dopo la morte del poeta.
Nel frammento di affresco raffigurante una figura maschile togata, che un rotolo stretto fra le mani qualifica come un letterato, è stato riconosciuto un possibile ritratto di Catullo.
Questa ipotesi si basa sul confronto con una analoga raffigurazione presente nella Casa con Biblioteca di Pompei (VI, 17). Qui, all’interno di una nicchia è rappresentato un poeta che indossa abiti romani e una corona di lauro e che tiene fra le mani un rotolo. Un piccolo Erote, che decora la lampada sospesa sopra il capo del poeta, fa riferimento alla poesia amorosa, genere in cui eccelleva Catullo, e suggerisce la sua identità.
Le analogie fra le due raffigurazioni lasciano supporre che si tratti di due ritratti dello stesso poeta.
Se a Pompei la raffigurazione di Catullo appare un omaggio a un autore celebre e probabilmente caro al padrone di casa, ancora più carica di significati risulta la sua immagine nel luogo dove amava risiedere.

MUSEO DELLE GROTTE DI CATULLO SIRMIONE

Il Museo archeologico di Sirmione, sito all’interno dell’area archeologica, è stato aperto al pubblico nel giugno 1999 in sostituzione del precedente piccolo Antiquarium per offrire alla pubblica fruizione un numero maggiore di reperti rinvenuti nell’area archeologica delle Grotte di Catullo.
Il Museo, che si configura come un supporto alla visita della villa romana e degli altri resti monumentali conservati a Sirmione, raccoglie le testimonianze della storia più antica della cittadina, dagli oggetti recuperati nelle palafitte sommerse lungo le coste della penisola (San Francesco, Maraschina, Porto Galeazzi, Lugana Vecchia) a quelli rinvenuti nei numerosi scavi di età romana e medievale fra cui, per importanza, si distinguono quelli relativi al grandioso edificio romano di Via Antiche Mura, alle chiese di San Pietro in Mavinas e San Salvatore nonché alla necropoli longobarda del colle di Cortine.

Fra i materiali provenienti dalle Grotte di Catullo spiccano gli splendidi frammenti della decorazione ad affresco che arricchiva gli ambienti residenziali della villa.
Inquadrabili nel cosiddetto III stile pompeiano, caratterizzato dalla presenza di aeree e fantasiose architettture che suddividono e riorganizzano lo spazio delle pareti e dal frequente inserimento di quadretti paesaggistici, figure, candelabri vegetali e motivi fantastici, questi pezzi ci restituiscono l’immagine di una dimora raffinata e policroma.
Attirano l’attenzione anche i raffinati stucchi e i frammenti della decorazione architettonica (basi, colonne e capitelli) che scandiva la struttura.

Oltre ai materiali da Sirmione, sono presenti anche reperti ritrovati in altri insediamenti situati presso il lago di Garda, così da offrire al visitatore un panorama più generale del territorio.
Si segnalano in particolare il corredo della tomba cenomane rinvenuta a Lonato e i materiali dalle ville romane di Toscolano Maderno e Desenzano-Faustinella.

L’ULIVETO DELLE GROTTE DI CATULLO SIRMIONE

L’uliveto che circonda i resti archeologici è composto da circa 1500 piante appartenenti alle varietà tradizionali coltivate sul Lago di Garda (Casaliva, Gargnà, Leccino), fra cui sono compresi alcuni esemplari secolari. I più vecchi, la cui età è stata stimata in 400-500 anni, potrebbero essere stati muti testimoni della visita nel marzo 1514 ai resti della villa da parte di Isabella d’Este, moglie del marchese di Mantova Francesco Gonzaga e che volle radunare attorno a sé alcuni dei principali artisti e letterati rinascimentali.

Grazie alle cure prestate negli ultimi anni, l’uliveto è tornato a produrre olive da cui viene estratto un olio extra vergine di grande qualità.