LAGO DI GARDA ORIGINI

Origini Lago di Garda

Una delle maggiori curiosità per i turisti è conoscere come si sia formato il lago di Garda, la sua geologia, la morfologia, le glaciazioni dalle origini sino ai giorni nostri.

Il Lago di Garda, o Benàco, o Bènaco (variante utilizzata sul lago e nelle zone limitrofe), è il più grande lago d’Italia, con una superficie di circa 370 km

Cerniera tra tre regioni, Lombardia (provincia di Brescia), Veneto (provincia di Verona) e Trentino-Alto Adige (provincia di Trento), esso è posto in parallelo all’Adige, da cui è diviso dal massiccio del Monte Baldo. A settentrione si presenta stretto ad imbuto mentre a meridione si allarga ed estende, circondato da colline che rendono più dolce il paesaggio. Il lago è un’importante meta turistica, e viene visitato ogni anno da centinaia di migliaia di persone. Il nome attuale, lago di Garda, è attestato fin dal Medioevo, mentre Benàco era il nome con cui era conosciuto il lago fin dall’epoca romana. Il primo toponimo è di origine germanica, mentre il secondo è quasi sicuramente di origine celtica, precedente quindi al dominio romano.

DOMANDE E RISPOSTE SU TUTTI I DATI DEL LAGO DI GARDA

Le cinque domande più frequenti e più ricercate sul web inerenti il lago di Garda

Quale è la profondità massima del lago di Garda? Profondità massima: 346 m (al largo di Castelletto)

Quale è la superficie del lago di Garda? Superficie del lago: 368 kmq

Quale è la lunghezza del lago di Garda?? Lunghezza massima: 51,6 km

Quale è la larghezza del lago di Garda?? Larghezza massima: 17,5 km

Quale è la temperatura media dell’acqua del lago di Garda? Temperatura media in superficie: 12°C

Tutti i dati utili sul lago di Garda

• perimetro lacustre: 125 km
• livello medio delle acque: 65 m s/m
• temperatura media dell’aria: 13°C
• temperatura media dell’acqua (in superficie): 12°C
• tempo teorico di rinnovo dell’acqua del lago: 26,8 anni
• umidità relativa media: 70%
• immissario: Sarca (km 70)
• altri immissari: Ponale, Albola e Varone sulla sponda trentina;  S.Giovanni, Brasa, S.Michele, Toscolano (oggi sbarrato dalla diga di Valvestino) e Barbarano sulla sponda bresciana;  Arìl (è il fiume più corto d’Europa, m 173), Tesina , Val Sorda e dugale dei Ronchi su quella veronese.
• emissario: Mincio
• isole: Isola del Garda (un tempo: dei Frati o Lechi o Borghese), San Biagio (di fronte a San Felice del Benaco), Isola dei Conigli, Trimelone (di fronte ad Assenza), l’Isola di Sogno e quella dell’Olivo a Malcesine; ed inoltre lo scoglio della Stella presso San Vigilio.

ORIGINE DEL NOME LAGO DI GARDA

La voce latina Benacus indicherebbe un dato geografico del lago: bennacus, cioè dai molti promontori. Garda prende nome, invece, dall’omonima cittadina sulla sponda veronese del lago, il cui toponimo testimonia, insieme ad altre località meno conosciute del lago, come Gardone, Gàrdola, Gardoncino, Le Garde, Gardoni e Guàrdola, la dominazione germanica che va dal VI al VIII secolo, in particolare quella longobarda. Il toponimo Garda, con il quale è chiamato il lago fin dal VIII secolo, come testimoniano alcuni documenti, è l’evoluzione della voce germanica warda, ovvero guardia, luogo elevato atto ad osservazioni militari o castelliere di sbarramento. Gli abitanti del lago, in particolare modo quelli della sponda veronese, pronunciano il nome Benaco con l’accento sulla e, ovvero Bènaco. La corrispondente voce romana invece è attestata come Bēnācus, e presuppone quindi un accento piano (Benàco); da essa sono probabilmente derivate le dizioni del resto d’Italia. Dante conosceva probabilmente tutte e tre le versioni (Bènaco, Benàco e lago di Garda), essendo quest’ultima già attestata e avendo molto probabilmente conosciuto la prima nei suoi viaggi per l’Italia (oltre al soggiorno a Verona, si recò quasi sicuramente anche in Trentino. Probabilmente scelse Benàco perché rappresentava la variante più colta (cioè quella di etimologia latina), dando luogo alla figura retorica del latinismo. Va anche considerato, però, che la forma piana, toscana, possa stata esser scelta dal Divin Poeta perché più corretta per l’italiano che stava costruendo (si tratterebbe in questo caso di un toscanismo).

Resta comunque oscuro il motivo per cui i nativi delle zone del lago tendono ad utilizzare la versione con l’accento sdrucciolo del nome, che potrebbe essere forse la versione originale celtica.

STORIA DEL LAGO DI GARDA

La storia del Lago di Garda ha inizio con i segni di insediamenti umani durante il Paleolitico scomparsi poi in seguito all’azione di ghiacciai e le uniche tracce di siti di quell’epoca si possono trovare solo oltre certe altitudini, risparmiate dalle lingue glaciali: ed è ciò che successe sul Baldo trentino, dove sono stati recuperati strumenti di selce abbandonati da cacciatori in cerca di selvaggina. Il Baldo continuò ad essere frequentato anche in epoca Mesolitica, dagli 8.000 ai  4.500 anni prima dell’era volgare, per la possibilità – si presume – di rifornirsi di selce, abbondante su questo massiccio. Durante il Neolitico – 4.000 a.C. – le popolazioni del lago vennero a contatto con la cultura cosiddetta dei Vasi a Bozza Quadrata e di quel periodo sono state trovate, alla bese del monte Brione e nel territorio di Arco, tombe con il defunto in posizione ranicchiata. Le testimonianze più numerose che attestino la presenza dell’uomo in età preistorica risalgono però all’età del Bronzo (II mill. a.C.), quando le sponde del basso lago aaparivano costellate da numerosi piccoli centri palafitticoli, tra i quali ricordiamo Polada, una località dell’arco morenico, tra Desenzano e Lonato, che ha dato il nome alla principale cultura dell’età del Bronzo nell’Italia settentrionale.

Importanti sono pure gli insediamenti palafitticoli trovati nell’entroterra gardesano e, grazie ai pollini e ai resti conservati nell’ambiente umido di questi siti, possiamo conoscere anche le abitudini alimentari di quei tempi: coltivavano piselli e cereali, oltre a frutti selvatici; gli animali allevati erano soprattutto capre e pecore, seguiti da bovini, di piccola taglia, e maiali; infine gli oggetti trovati documentano l’esistenza di attività di tipo artigianale, come la produzione di ceramiche e di strumenti di metallo e di selce, l’industria su osso e la tessitura.

ERA GLACIALE DEL LAGO DI GARDA

La morfologia del lago di Garda ci mostra la presenza di due bacini differenziati, separati dal rilievo roccioso subacqueo che corre dalla punta della penisola di Sirmione a quella di San Vigilio. Il bacino occidentale, sull’asse Desenzano-Riva, è il più ampio e più profondo (m 346); il bacino orientale misura solo 80 m di profondità media. Le rocce che costituiscono la regione benacense si sono formate nella quasi totalità durante l’era Secondaria, tra i 230 e i 70 milioni di anni fa, emergendo dai fondali del Mare della Tetide, per poi subire la spinta del movimento di deriva del continente africano in direzione nord. L’origine del lago di Garda è comune a quella degli altri laghi subalpini e recentemente è stata messa in rapporto alla cosiddetta crisi di “salinità” del Messiniano – avvenuta fra i 6 e i 5 milioni di anni fa -, quando il livello del mar Mediterraneo subì un drastico abbassamento con la formazione di profonde valli per l’intensa erosione esercitata dai fiumi che scendevano dalle Alpi. La fascia prealpina venne quindi percorsa da una trama di vallate che la mettevano in comunicazione con la pianura, in seguito occupate dai laghi di Como, Maggiore, Iseo e appunto il nostro.

La conca del Garda venne, infine, modellata e trasformata in un meraviglioso bacino lacustre dalle glaciazioni: le principali furono cinque, ma l’aspetto attuale è opera dell’accumulo dei detriti trasportati al tempo dell’ultima glaciazione, quella di Würm, che ha avuto il suo maximum circa 20.000 anni fa. Il ghiacciaio würmiano raggiungeva quasi i 1.000 m di altezza a Malcesine; quindi si abbassava progressivamente e all’altezza di San Vigilio non superava i 500 m. Gli impetuosi corsi d’acqua che uscivano dalla bocca del ghiacciaio trasportavano i detriti dovuti alla continua erosione glaciale, abbandonando i più pesanti dove finiva il ghiacciaio, determinando così il formarsi di una serie di colline moreniche che, come un ventaglio – con un raggio di circa 30 km – circondò tutta la parte meridionale bloccando le acque di fusione e dando origine al lago, fatto questo che si verificò 15.000 anni fa, quando i ghiacciai iniziarono progressivamente a ritirarsi. A processi erosivi di origine carsica sono invece da imputare numerose forme, sia di superficie sia di profondità, assai evidenti soprattutto sul Baldo, dove i calcari giurassici sono stati modellati in una serie numerosissima di doline; sono poi presenti altre morfologie carsiche, come grotte e campi solcati.

FENOMENI TERMALI LAGO DI GARDA

Non mancano, infine, fenomeni termali – soprattutto nella zona compresa fra Peschiera, Sandrà e Lazise, oltre che a Sirmione -, da mettere in relazione con l’esistenza di un potente serbatoio carbonato profondo, sede di un vasto circuito geotermico di tipo aperto, in cui si verifica un’intensa circolazione di fluidi termali. Si tratta di un termalismo a bassa entalpia, con temperature, cioè, che di rado raggiungono i 40°C, a parte Sirmione dove, a 300 m dalla punta della penisola e a 18 m di profondità, sgorga la sorgente Boiòla, le cui acque sulfuree, classificate come “clorurato-sodiche”, arrivano